No ai botti di capodanno

Situazione ambientale difficile. Ci appelliamo al buonsenso dei nostri concittadini.

E’ risaputo che il nostro territorio vive da tempo una critica situazione ambientale, aggravata ultimamente dal clima non piovoso che aumenta notevolmente la concentrazione di polveri sottoli,  come d’altronde sta avvenendo in tutta Italia.

Mentre nel resto d’Italia si mettono in campo misure che tendono  ad arginare il problema ,nel nostro territorio  si attende da anni che si prenda concretamente consapevolezza della necessita di agire con adeguati interventi.

Consci delle conseguenze che l’aumento delle polveri sottili crea sulla salute, chiediamo a tutti i nostri concittadini di non aspettare in modo passivo interventi di altri ma di dare un esempio di responsabilità evitando fuochi di artificio e botti che andrebbero ad aggravare la situazione attuale.

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Smog e rischi per la salute: nemmeno rispettando i limiti saremmo al sicuro

di Patrizia Gentilini | 28 dicembre 2015

C’è voluto oltre un mese di continui sforamenti dei limiti per le polveri sottili perché il problema dell’inquinamento atmosferico meritasse le prime pagine dei giornali italiani: ancora una volta però il problema viene affrontato in modo non esaustivo e soprattutto con soluzioni che altro non appaiono altro che “pannicelli caldi” quali quello delle targhe alterne o dello stesso blocco del traffico. Ben pochi – se non il Fatto Quotidiano – ha posto l’attenzione sulla follia dei nuovi inceneritori che si vanno a realizzare o sull’ampliamento di quelli già esistenti, vanificando così tutti gli obiettivi di una corretta gestione dei rifiuti, così pure pochi puntano l’attenzione su una altrettanto folle politica energetica che invece di incentivare l’utilizzo dell’energia solare pensa bene di dare il via libera alle estrazioni petrolifere per terra e per mare.

Ma da un punto di vista strettamente medico vorrei ricordare che anche il rispetto dei limiti di legge non tutela in modo adeguato la salute perché purtroppo per le polveri sottili, come per altri inquinanti, non esistono livelli al di sotto dei quali non si verifichino rischi per la salute, specie per bambini, organismi in accrescimento ed ovviamente per persone anziane o debilitate.

Gli studi scientifici ci dimostrano infatti che – al di là degli eventi immediati- l’esposizione a lungo termine alle polveri sottili comporta per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM2.5 un incremento del 6% del rischio di morte per tutte le cause e del 12% per le malattie cardiovascolari; addirittura nelle donne in età post-menopausale – escludendo quelle con precedenti patologie cardio/cerebrovascolari e le fumatrici – l’incremento di rischio si dimostra ben più elevato: per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM2.5 si ha un aumento della mortalità per eventi cardiovascolari del 76%.

Nessuno poi ricorda che nell’ottobre del 2013 la Iarc (International Agency for Research on Cancer), organo di riferimento dell’Oms, ha dichiarato il particulate matter come cancerogeno certo per l’uomo (I), al pari della polluzione aerea (out air pollution) per rischio di cancro al polmone ed alla vescica e che per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM2.5 si ha un incremento del 40% di un particolare istotipo: l’adenocarcinoma, correlato quindi più all’inquinamento che all’abitudine al fumo. Certo, in Cina stanno peggio di noi e di recente proprio in Cina è stato segnalato il caso di più precoce insorgenza di cancro al polmone in una bambina di 8 anni, ma tutto questo non dovrebbe farci riflettere visto che in Italia già si registra una incidenza di cancro in bambini ed adolescenti purtroppo ben più elevata che in altri paesi occidentali? E che dire dell’azione neurotossica degli inquinanti presenti nell’aria, del rischio di diabete di tipo 1 o dell’incremento del 30% di abortività spontanea per l’esposizione ai livelli più elevati di PM10 nelle madri residenti entro 4 km dagli inceneritori dell’Emilia Romagna, come documentato dallo studio Moniter?

Ancora una volta è l’infanzia a pagare il prezzo più alto dei nostri dissennati comportamenti e certamente – più che di regali natalizi – sarebbe molto meglio se lasciassimo ai nostri bambini almeno la possibilità di respirare, ma purtroppo – come a suo tempo affermato da un grande pediatra Bruce P. Lanphear: “A dispetto del grande affetto che noi abbiamo per i nostri bambini e della grande retorica della nostra società sul valore dell’infanzia, la società è riluttante a sviluppare quanto necessario per proteggere i bambini dai rischi ambientali”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/28/smog-e-rischi-per-la-salute-nemmeno-rispettando-i-limiti-saremmo-al-sicuro/2335612/

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Il dramma dei botti di Capodanno

I botti di Capodanno rappresentano un vero dramma per l’ambiente. Salgono i livelli di smog e quello delle polveri sottili, l’aria diventa irrespirabile e gravi danni sono inflitti agli animali domestici. Alcuni Comuni d’Italia allertano la cittadinanza con una serie di avvisi, ogni anno sono numerose le vittime dei botti di Capodanno e non si tratta solo di animali domestici ma anche della specie umana.

Mentre l’uomo dovrebbe riuscire a tutelarsi autonomamente, bisogna prestare particolare attenzione agli animali domestici. Il forte fragore dei botti, negli animali, scatena una naturale reazione di terrore. Cani e gatti, spaventati, potrebbero perdere l’orientamento esponendosi così allo smarrimento e/o investimento. Per questo è bene non lasciare gli animali da soli e soprattutto non lasciarli all’aperto.

Il Pm10 del primo gennaio, cioè la quantità di Materia Particolata presente nell’aria del primo dell’anno, arriva alle stelle. Il primo gennaio del 2011, la centralina Senato di Milano registrà un livello di polveri sottili nella metropoli pari a 157 microgrammi per metro cubo. A Verziere si raggiunse un livello di 164 microgrammo per metro cubo.

Per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di Pm10 nell’aria, si ha un aumento progressivo dello 0,51% dei decessi giornalieri. Con i dati raccolti dal Progetto EpiAir, si ha addirittura un aumento del rischio di morte dello 0,69% per ogni incremento di particelle di 10 micromgrammi per metro cubo.

Ogni anno, a causa dei botti, i pronto soccorsi delle città italiane si riempiono di feriti. Feriti che arrecando un danno alla loro salute e gravano sul bilancio della società ricorrendo agli ambulatori pubblici. Si smarriscono e muoiono numerosi animali, domestici e non. Si sprigionano nell’aria alti livelli di polveri sottili e gas a effetto serra. Le conseguenze di capodanno si pagheranno durante i dodici mesi a venire e anche oltre, fino a minare la salute delle generazioni future.

Fonte: http://www.ideegreen.it/inquinamento-capodanno-15107.html

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Capodanno col botto… senza botti

Le polveri metalliche rilasciate con botti e fuochi d’artificio provocano un vertiginoso aumento del PM10 in atmosfera. E se per quest’anno, provassimo a farne a meno?

Le polveri metalliche presenti nei fuochi d’artificio rimangono nell’aria per diversi giorni dopo Capodanno.

Se volete una fine dell’anno “col botto” accontentavi di quello della bottiglia di spumante. Agli altri sarebbe meglio rinunciare, innanzi tutto per motivi di sicurezza, e poi, questione non meno importante, per ragioni legate alla salute nostra e dell’ambiente. Secondo l’allarme lanciato dal Codacons, l’associazione dei consumatori, lo scorso anno, i fuochi d’artificio – anche quelli legali – non solo sono pericolosi per l’incolumità di chi li maneggia (argomento che non tratteremo in questa sede ma che balza tristemente alla cronaca ogni primo dell’anno). Ma, anche quando esplodono correttamente, provocano un vertiginoso aumento delle polveri sottili presenti nell’aria.
Recenti studi hanno portato alla luce il mix di sostanze che compongono questi tradizionali esplosivi: tra i metalli usati come propellenti e coloranti troviamo polveri di stronzio (rosso) bario (verde), rame (blu), alluminio e titanio (argento) e ferro (oro). Una ricerca effettuata a Girona (in Spagna) dopo una festa popolare ha evidenziato come questi veleni rimangano nell’aria a lungo. Due ore di fuochi d’artificio sono sufficienti per far persistere le polveri in atmosfera per quattro giorni. Immaginate che cosa può succedere dopo un’intera notte passata a sparare botti.

Secondo Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, «il primo dell’anno nelle città si supera il limite di legge di 50 microgrammi al metro cubo fissato per il PM10, con un valore, a seconda della città, da doppio a triplo rispetto alla media del periodo». Un danno ambientale che serie ripercussioni sulla salute dei più deboli di costituzione: «Per ogni aumento di 10 microgrammi di polveri sottili concentrate nell’aria cresce del 3% il rischio di problemi respiratori tipici dei bambini. Ciò significa che se si arriva a 100 microgrammi il rischio aumenta del 20%». Questo surplus di polveri, in città molto grandi e normalmente alle prese con il superamento dei tetti di PM10 consentiti, rischia di aggravare una situazione già precaria.
A correre i rischi maggiori sono, come spesso accade, bambini, anziani, asmatici e tutti quelli che soffrono di problemi respiratori.

Forse, alla luce di questi dati, potremmo inventarci un modo più eco (e human) friendly di augurarci buona fine e buon inizio.

Fonte: http://www.focus.it/ambiente/ecologia/capodanno-col-botto-senza-botti